Presentazione del libro: “MIO FIGLIO. L’AMORE CHE NON HO FATTO IN TEMPO A DIRGLI”DI MARCO TERMENANA

evento

5 Maggio 2025

GLI STUDENTI DIBATTONO “MIO FIGLIO. L'AMORE CHE NON HO FATTO IN TEMPO A DIRGLI”DI MARCO TERMENANA

Cos'è

Comunicato Stampa

 

LIBRI E CULTURA: ALL’IC“ALDO MORO” DI STORNARELLA E ORDONA

GLI STUDENTI DIBATTONO “MIO FIGLIO. L’AMORE CHE NON HO FATTO

IN TEMPO A DIRGLI”DI MARCO TERMENANA

 

Milano Foggia solo andata: ragazzi del Sud incontrano un papà del Nord per riflettere assieme

 

(Foggia, 30 aprile 2025) –L’ICstatale “Aldo Moro” di Stornarella e Ordona,Foggia, lunedì 5 maggio ospita un momento davvero particolare:gli studenti della scuola media incontrano (e dibattono) Marco Termenana, pseudonimo, autore del libro”Miofiglio. L’amore che non ho fatto in tempo a dirgli“.

 

Introduce laDirigente ScolasticaDottoressaMaria Anna Valvano. Salutanoil Sindaco di StornarellaMassimo Colia e la Sindaca di Ordona Adalgisa La Torre.

Modera la Professoressa Michela Toto, cioè la referente per il contrasto al bullismo della scuola.

 

Grazie al collegamento on line ereditato dall’epoca COVID, i ragazzi andranno a scuola regolarmente, ma potranno connettersi dalle loro classicon l’autore che sarà collegato in video conferenza da Milano, città in cui vive.

 

Ma chi è Marco Termenana?

 

Con lo pseudonimo di El Grinta, sullo stesso argomento, ha già pubblicato “Giuseppe”.

 

La storia, che racconta del vero suicidio di Giuseppe, il primo dei tre figli quando, in una notte di marzo 2014, apre la finestra della sua camera, all’ottavo piano di un palazzo a Milano e si lancia nel vuoto, è una lucida testimonianza di un papà che scrive delle difficoltà della famiglia alle prese con il (mal) vivere di chi si è sentito sin dall’adolescenza intrappolato nel proprio corpo: la storia di Giuseppe è infatti anche la storia di Noemi, alter ego femminile.

 

Tragedia non solo di mancata transessualità ma anche di mortale isolamento, al secolo hikikomori.

Ricordiamo che hikikomori è un termine giapponese e letteralmente significa “stare in disparte”: in sostanza, si tratta di una malattia mentale consistente nella scelta di rifuggire dalla vita sociale e familiare e colpisce soprattutto i ragazzi giovani.

 

E perché questa iniziativa?

 

Ce lo dice la Dirigente Scolastica Dottoressa Maria Anna Valvano:

 

“Questa iniziativa è stata fortemente voluta da me e accolta con grande sensibilità e professionalità dai docenti della Scuola Secondaria di Stornarella e Ordona perché condividiamo l’idea che la scuola ha il dovere di organizzare iniziative e azioni volte a sensibilizzare i nostri ragazzi e le nostre ragazze alla lotta all’omofobia e alla trans fobia per sradicare pregiudizi e discriminazioni.

Stiamo constatando un fenomeno in crescita di isolamento sociale e riduzione delle interazioni con i coetanei tra i nostri alunni tale da destare grande preoccupazione nelle famiglie e nei docenti, la scuola non può fingere di non vedere ma deve promuovere un clima di rispetto e inclusione, in cui tutti gli studenti si sentano accolti.

Ho pensato molto se fosse giusto condividere con i nostri alunni una storia così forte di dolore, ho condiviso il mio dubbio con le docenti di lettere della mia scuola e insieme abbiamo pensato che è importante poter ascoltare la testimonianza di un padre che ha vissuto in prima persona una tragedia così grande sentendosi spesso inadeguato nel suo ruolo così come spesso accade a noi adulti nel ruolo di genitori o di educatori. Ancora troppo spesso riscontriamo pregiudizi che possono avere un impatto negativo nella vita dei ragazzi, è necessario promuovere il benessere emotivo e relazionale fornendo gli strumenti per instaurare relazioni significative.

 

– aggiunge la Professoressa Michela Toto

“In qualità di Referente per il contrasto al Bullismo e Cyberbullismo, aggiungo che la nostra scuola vuole essere uno spazio di ascolto attivo investendo in progetti ed iniziative che promuovono la resilienza e la consapevolezza emotiva negli studenti, collaborando in rete con gli enti che operano sul territorio. La creazione di un ambiente scolastico inclusivo attento al rispetto della diversità e al diritto di essere liberi è fondamentale per prevenire e lottare contro comportamenti a rischio, per combattere il disagio giovanile e promuovere una cultura di solidarietà.

 

Questo invece il pensiero di Marco Termenana:

 

“È con grande piacere che lunedì incontro questi giovani studenti della provincia di Foggia: i ragazzi sono sempre interessati alla storia di Giuseppe;sono degli ascoltatori attenti ma spietati, soprattutto quando hanno quest’età. A proposito della loro età, credo che questa scuola abbia operato davvero una scelta lungimirante: ho ben chiaro il ricordo di quando, in seconda media, mio figlio ha cominciato ad esprimere i primi turbamenti e proprio io l’accompagni alla visita filtro dello Sportello Ascolto. È questa,cioè,la fase della crescita, almeno dalla mia esperienza, in cui si possono intercettare i disagi e si può confidare di poter portare qualche correttivo adeguato. Poi diventa tardi.

In ogni caso, i momenti come questo mi consentono di esprimere la mia esperienza di “testimone oculare involontario” e di creare valore aggiunto. Il dolore è sempre atroce. Ho scritto solo per ritrovare Giuseppe, ma se attraverso il mio racconto e la conseguente riflessione, posso migliorare anche solo di poco la vita di qualcuno, studente, genitore o docente che sia, sono contento.

Così, di fatto, avrò dato anche senso alla stupida ed inutile morte di mio figlio”.

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L’autore è contattabile attraverso la sua pagina Facebook “Marco Termenana”

Destinatari

comunità scolastica

Luogo

Scuola secondaria di I grado " DON BOSCO" -Ordona

VIA FOGGIA SNC, 71040, ORDONA (FG)

Costi

Evento Gratuito

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